Esiste sempre un attimo la cui inattesa quiete ha la facoltà di appartenere alla fine o a un altro inizio

Concetta Caselli della biblioteca di Castel Maggiore consiglia "Applausi nel cassetto" di Ana Blandiana

Applausi nel cassetto è il primo romanzo della poetessa romena Ana Blandiana, la trasposizione creativa del vissuto di un’artista che negli anni Ottanta subì la censura e il più crudele isolamento da parte del regime di Ceaușescu. Pubblicato per la prima volta in italiano in edizione integrale, fa parte di quella letteratura nascosta, composta da opere che nascevano quasi esclusivamente come progetti personali, apertamente critiche nei confronti della dittatura, di resistenza psicologica e di sfogo spirituale contro i soprusi del soffocante controllo dello Stato, raramente immaginate come libri da pubblicare in un futuro, appunto, inimmaginabile.

Il protagonista, lo scrittore Alexandru Serban, evidente alter ego dell’autrice, si ritira in un luogo remoto sulle rive del Danubio per raccontare le sue vicende di perseguitato politico, costretto al domicilio coatto e al progressivo abbandono delle relazioni sociali. Continuare a scrivere è il suo atto di ribellione e di libertà, il modo di combattere la propria resistenza all’annientamento.

Il dottor Mircea Bertan è invece il personaggio dietro il quale si nasconde il diabolico funzionario che rese la vita reale di Ana Blandiana un inferno. Incredibile scoprire da dove nasce l’ispirazione del titolo, così particolare, del romanzo. Si tratta degli ossessionanti, scroscianti, martellanti applausi preregistrati e sparati da potenti amplificatori durante i discorsi oceanici del dittatore Ceaușescu.

L’autrice narra di questi applausi e della loro peculiarità, usati come strumenti per il lavaggio del cervello: «Sempre lui mi ha fatto vedere, una notte quando era di guardia, nello studio della direttrice i cassetti pieni di applausi, l’armadio con i nastri magnetici e le cassette su cui essi erano registrati artisticamente, per sfumature, e classificati, etichettati, misurati come lunghezza e intensità di modo che la loro utilizzazione a tempo e luogo opportuno risultasse un’operazione semplice e priva di qualsivoglia rischio. “Moderati”, “In crescendo”, “Entusiastici”, “Con acclamazioni”, “Con evviva”, “Stanchi”, “Ritmati”, “Prolungati”, “Discontinui” e fini sfumature di ogni sorta erano annotate – a mo’ di titolo o addirittura di definizione – sui cassetti sistemati con cura secondo una misteriosa gerarchia.”


La prosa di questo solitario grande affresco narrativo ci conduce anche attraverso tanti luoghi diversi: una città in continuo rifacimento, lo scavo archeologico di un sito bizantino, un ospedale psichiatrico, il fiume e la sua forza inarrestabile. Stupefacente intreccio tra finzione e realtà, dai molteplici piani narrativi, disseminato di profonde suggestioni sulla differente prospettiva tra l’essere personaggio e l’essere autore, mi ha fatto proprio l’effetto di un’opera-mondo in cui si viene risucchiati in preda a potenti emozioni.

Applausi nel cassetto
Ana Blandiana
Elliot, 2021

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