Vivere con Andy mi ha insegnato a non preoccuparmi troppo di cosa è vero e cosa
non lo è, di qual è la versione più attendibile dei fatti; e nemmeno a interessarmi
troppo all'integrità e alla sopravvivenza delle cose. Ed è proprio con questo vuoto
che, a un certo punto, ho dovuto fare i conti, perché non puoi spogliare ogni cosa
umana di senso e poi avanzare ancora qualche pretesa sulla vita.

Arianna Minozzi della biblioteca di Argelato consiglia Factory Girl di Nadia Busato

Factory Girl di Nadia Busato racconta l’altra faccia del tempio di Warhol, attraverso il punto di vista delle donne che lo hanno frequentato e amato. Erano loro in effetti ad animare la Factory, a renderla appetibile ai giornali e alla società che contava e soprattutto spendeva.

Il racconto si sviluppa attraverso la voce di Ultra Violet: una che è sopravvissuta. Le altre ragazze non ce l'hanno fatta: trattate come figurine di un album patinato e poi buttate via, hanno bruciato la loro giovinezza in una fiammata, tra abusi di alcol, droghe, ricoveri in istituti psichiatrici, elettroshock, suicidi.


Queste ragazze, giovani, magre, ribelli e spudorate si sono ritrovate condannate a una deriva terribile. Tra tutte Edie Sedgwick, la più bella, la più fragile, la più amata, il doppio androgino di Andy Warhol. Era lei la superstar di New York, l’ereditiera icona di stile, il mix di avvenenza e fragilità, la vittima più famosa. Questo libro mostra il lato oscuro di un grande artista, con un'anima di plastica.

Conoscevo già questa storia attraverso un documentario che mi ha fatto affezionare a Edie Sedgwick, con questo libro ho approfondito di più la sua storia e di altre ragazze che rappresentavano la Factory negli anni 60'.

Consiglio il libro a chi è appassionato di pop-art e curioso di un'epoca chiave della storia americana.

Factory Girl
Nadia Busato
Società editrice milanese , 2022

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Narrativa

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