In fondo la vita è un bruciare di domande. Capitano come ceppi di legno, si sciolgono come candele, esplodono come petardi, ardono come carbone, anneriscono come la carta dei libri.

Chiara della biblioteca di Pieve di Cento consiglia Ferrovie del Messico di Gian Marco Griffi

Avete presente l’effetto matrioska? Quella sensazione di infinito che si prova quando si apre una scatola che ne contiene una più piccola, e una più piccola, e una più piccola ancora, e poi una minuscola, e così via, senza fine, o quasi…
Ecco, leggere Ferrovie del Messico fa esattamente questo effetto, catapultando il lettore dentro un numero apparentemente illimitato di universi, ognuno surreale, strambo, divertente o malinconico.
Come recita il sottotitolo, si tratta di “un romanzo d’avventura”, ambientato principalmente tra il ’43 e il ’45. Il fil rouge della vicenda è la folle ricerca di un libro praticamente introvabile, che dovrebbe contenere le istruzioni per scovare un’arma risolutiva, ambita e richiesta dai piani alti della Wehrmacht.

E così, ricerca dopo ricerca, si incontrano una serie di personaggi singolari: custodi di cimitero dotati di rara saggezza, un aristocratico biblio-maniaco, un protagonista affetto da mal di denti perenne e niente di meno che il Führer in persona… e i suoi baffi!

Costituisce un punto di forza la lingua, camaleontica e mimetica, che invita il lettore a tenere un dizionario sempre a portata di mano, o ad assaporare il suono delle parole, come quando si guarda un film in una lingua sconosciuta senza mettere i sottotitoli.

Consiglio Ferrovie del Messico a chi ha voglia di uscire dalla propria confort zone letteraria e di leggere un libro che, come dice Marco Drago nella postfazione, “volendo potrebbe non finire mai”.

Ferrovie del Messico
Gian Marco Griffi, postfazione di Marco Drago
Laurana, 2022

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Adulti, avventura, Premio Strega

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