È forse più noioso che sulla TERRA? Dove gli abitanti passano la maggior parte della loro vita cercando di fare sesso, guardando sitcom in televisione e grugnendo per soldi?

Martina della biblioteca di Minerbio consiglia K-PAX di Gene Brewer.

Al liceo non studiavo mai, ma c’è stato un film mi ha fatto fare bella figura all’interrogazione di filosofia. Il film si chiama K-PAX, c’è Kevin Spacey che porta gli occhiali da sole tutto il tempo e dice di venire da un pianeta su cui non esistono leggi. Quest’anno Accento Edizioni ha ripubblicato in Italia il libro da cui è tratto, e ho scoperto che il nome di prot si scrive così, in minuscolo, perché l’analogo dei nostri esseri umani su K-PAX non ha molta importanza. Non più delle altre creature che lo popolano, che non vengono assolutamente mangiate - lì tutti sono erbivori. I “rapporti interpersonali” (prot non li chiamerebbe così) sono ridotti al minimo, ma molto pacifici, e ciascuno vive seguendo i propri bisogni fisiologici e, per la maggior parte del tempo, guardando il cielo. Questa è la descrizione che prot fa di K-PAX allo psichiatra Gene Brewer, che obietta l’idillio apparente con il rischio di annoiarsi. Ma prot, che è in visita su TERRA (in maiuscolo, come qualsiasi altro corpo celeste) per un periodo limitato, non vede l’ora di tornarsene a casa. Brewer è colpito dalla precisione con cui prot esprime nozioni astronomiche complesse, e ipotizza che prima del tracollo psichico possa essere stato un fisico. Mentre Brewer cerca elementi che possano svelarne l’identità, prot familiarizza con gli altri pazienti della struttura psichiatrica, esercitando su di loro un’influenza molto positiva.

K-PAX è scritto come un reportage clinico, dove bastano le parole grandi ma semplici di prot a emozionarci per come intende la vita sulla Terra. Dalle riflessioni sull’etica, che richiamano le idee platoniche, al mistero che rappresenta il passato di prot e che si rivela in una specie di teoria dell’eterno ritorno, il romanzo è riuscito a farmi sentire spaesata, e a commuovermi con un finale desolante. La mia gratitudine a Gene Brewer (l’autore, omonimo dello psichiatra) è andata oltre a un buon voto in filosofia.

K-Pax
Gene Brewer
Accento, 2025

Narrativa, fantascienza, prot

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