Sembra un blocco compatto il silenzio. Se qualcosa si muove lo fa con cautela,
con una tale prudenza che è impossibile sentirlo: striscia, si trascina, fruga,
attento a ciascuno dei suoi movimenti.

Francesco Sibani (Servizio Civile) della Biblioteca di Granarolo consiglia Le Pianure di Federico Falco

Dopo la fine inaspettata e dolorosa di una relazione, Federico decide di ritirarsi in una campagna argentina, decidendo di vivere della coltivazione di un orto estemporaneo. Il racconto viene sviluppato come fosse un diario (in parte autobiografico) del protagonista, che alterna minuziosi resoconti sul mantenimento dell’orto a momenti più riflessivi e introspettivi. Trovo che proprio in questi elementi si esprima la potenza narrativa di Falco: lasciandoci intravedere gli sprazzi di un amore finito e della sua vita passata, emergono il dolore relativo al non sapere più cosa fare, la rabbia per non aver provato a cambiare le cose, l’incertezza verso il futuro e i piccoli momenti felici che fanno da intervallo allo scorrere della vita quotidiana. La metafora dell’orto, della natura che non possiamo controllare a nostro piacimento e indipendente dalla nostra volontà, diventa una metafora della vita del protagonista. La scrittura è scorrevole nonostante sia composta quasi interamente di sequenze descrittivo-narrative e pochissimi dialoghi; non sono presenti molti personaggi secondari, se non nei resoconti nostalgici di un’infanzia passata. Mi sentirei di consigliare questo libro perché leggere queste pagine è stato terapeutico, perché penso e credo che ci renda tutti più umani e che riesca a cogliere la natura essenziale del nostro rapporto col mondo: che riguardi i paesaggi (di cui il libro è pieno di descrizioni), le nostre relazioni personali o la nostra interiorità.

Le pianure
Federico Falco
Sur, 2022

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Narrativa, paesaggio, natura

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