L’incubo era cominciato verso le sei, quando aveva sentito bussare alla porta. Come spesso
faceva stava rileggendo un romanzo, L’amore che torna, e al sentire quei colpi non era
riuscito a governare la fantasia, immaginando che uno dei suoi giovanili amori, dai quali
non era mai stato corrisposto, fosse adesso lì, pentito. S’era invece trovato di fronte quei tre.
Tre come le parole che gli avevano rivolto. “Venite con noi.” “Perché?” “Poche storie.“

Federica Finetti della biblioteca di Funo consiglia Un bello scherzo di Andrea Vitali

Sembrerebbe impossibile, perché la posizione è invidiabile, ma anche al caffè dell’imbarcadero di Bellano capita che per una giornata intera entri solo qualche sparuto cliente. Come martedì 5 marzo 1935. Per tirare sera l’oste Gnazio Termoli deve inventarsele tutte, fino a lavare e rilavare bicchieri già puliti. E poi sbadigliare all’ingresso del bar deserto. Eppure questa è una data che non potrà dimenticare, né lui né l’intero paese.

Al calare delle prime ombre, infatti, al molo attracca una motonave della Milizia confinaria da cui scendono tre uomini completamente vestiti di nero. Uno davanti e gli altri due dietro. Modi spicci e poche parole che incutono terrore. Muti e impietriti, il Gnazio e i pochi altri testimoni assistono a una scena che ha dell’incredibile. Dopo alcuni minuti i tre militi, infilatisi nell’intrico delle contrade, riappaiono al molo. Sempre in formazione, ma adesso tra loro, sorretto per le ascelle e trascinato come un peso morto, c’è il povero maestro Fiorentino Crispini. Caricatolo brutalmente a bordo, l’imbarcazione riprende il largo in direzione di Como.E il Gnazio? Come tutti sanno, meglio farsi i fatti propri, fingere di non aver visto nulla e morta lì. Ma in questo caso… Il maestro Crispini… Come è possibile? A ripensarci, da qualche tempo il maestro non sembrava più lui. Aveva mancato più volte, per esempio, il proverbiale appuntamento con il suo marsalino, che il Gnazio gli serviva ogni mattina. Però, da lì a immaginare che possa aver meritato un arresto del genere ce ne passa. Unica soluzione: affidare la patata bollente ai carabinieri.Se la veda il maresciallo Ernesto Maccadò con quelli della Milizia. Capisca insomma cosa è successo e, se ci riesce, riporti a casa il Crispini. In “Un bello scherzo” Andrea Vitali lancia una nuova sfida al maresciallo Maccadò. Se pensava che a Bellano si potesse vivere tranquilli, ora avrà di che ricredersi.

Andrea Vitali torna al giallo con un’altra avventura del maresciallo Ernesto Maccadò. I capitoli, come sempre, sono brevi, veloci, ironici. In questo è presente anche una certa dose di avventura e di indagini scoppiettanti intorno ad un evento che ha, come protagonista, il maestro Fiorentino Crispini.

Consiglio questo libro perchè si legge con grande serenità, è scorrevole, ha una serie di avvenimenti anche ironici, i personaggi sono ben delineati e particolari. Il romanzo è gradevole e provoca il nostro interesse circa la sua conclusione, dopo la lunga serie di indagini, a volte anche movimenta. Andrea Vitali riesce sempre a strappare un sorriso e a regalare dei momenti di sano relax e di svago, qualsiasi sia il genere che scrive.

Un bello scherzo
Andrea Vitali
Garzanti, 2021

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Narrativa, gialli, ironia

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