Qualcuno avrebbe dovuto staccare quelle installazione dalle fondamenta e lasciarle rotolare giù dalle montagne fino ai sobborghi, dove avrebbero schiacciato tutto quello che rimaneva di giardini e case, di madri e padri amorevoli e dei loro SUV, per poi fermarsi a riposare nel centro città abbandonato, come monumenti all’umanità!

Angelo della biblioteca di Castello d'Argile consiglia Electric state di Simon Stålenhag

Una ragazza, in un'America post apocalittica compie un viaggio fra rovine di giganteschi droni collassati e figure anonime di persone assenti, con la testa infilata in un casco. Con lei un piccolo robot, Skipe, che la richiama come una speranza a ritrovare un fratello perduto.
Città dimenticate, una guerra collassata su se stessa, e uomini e donne persi in una indifferenza artificiale, fanno da sfondo ad una speranza ancora fresca.
Un libro in cui le straordinarie illustrazioni sono la storia, e il racconto le completa, una visione di un futuro in parte già presente, e di una ragazza per cui le relazioni sono l’ancora di salvezza da un mondo virtuale.

Una grafica che mi ha catturato in modo irrimediabile! Immagini enormi, fotografiche, con macchine enormi, e una natura che riconquista il mondo. E la storia? La storia mantiene le promesse: la tensione dell'avventura, parlando di un presente già pericoloso.

Michelle, Skip e Christopher sono ragazzi, bambini, robot che scelgono di vivere davvero, eroi belli, senza essere guerrieri, in un mondo abbandonato ma - grazie a loro - forse non perduto.

Electric state
Simon Stålenhag
Mondadori libri, 2020

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Ragazzi, fantascienza

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