Mi metto a letto, la luce calda della candela mi basta giusto per leggere. Il ronzio delle zanzare all’interno, qualche voce ronzante ancora fuori. Tutto molto vicino e molto lontano, come in un ricordo. Dormiveglia, oscurità.
I discorsi di tutti i campi estivi.
I segreti di tutti i campi estivi. Le gioie, le paure, le schegge nelle dita. La nostalgia. Le insicurezze. La felicità. Superare le prove, superare la solitudine, superare il blackout.
I fallimenti, i successi.
Il lupo.

Sara della biblioteca di San Giorgio di Piano consiglia Il lupo di Saša Stanišić.

Il nome del protagonista del libro non lo dirò, perché viene detto solo alla fine del libro: è proprio l’ultima parola. La cosa incredibile è che fino a quel momento non mi ero assolutamente resa conto di non sapere come si chiamasse.
Dunque. Il nostro protagonista scopre con sgomento all’inizio del libro che sua mamma lo ha iscritto a un campo estivo in mezzo alla natura, perché lei dovrà lavorare tutta l’estate. “Natura” per lui vuol dire zanzare, zecche, polvere, schegge di legno nelle dita, vita di gruppo e tutta un’altra serie di cose che detesta.
All’arrivo, dato che nessun altro li ha scelti come compagni di stanza, viene messo nella stessa capanna di Jörg, il “disaltrattato”, come lo definisce lui, un ragazzo ancora più strano e solitario di lui. Da quel momento sarà un continuo tentare di evitare le varie attività del campo (la passeggiata, il campo avventura, la gita alla cascata) cercando allo stesso tempo di ignorare il fatto che Jörg è vittima delle persecuzioni dei tre bulletti di turno.

Perchè - anche se è brutto ammetterlo - se la vittima non fosse Jörg toccherebbe di sicuro al nostro narratore.
In mezzo a tutto ciò riuscirà a fare amicizia con il cuoco del campo (tre metri di altezza per tre di larghezza), in cui trova un inatteso alleato, cercherà - senza grande successo - di capire Jörg e di attaccare bottone con Benisha, per la quale forse ha una cotta. E ogni notte si troverà ad osservare nella sua capanna un misterioso lupo che solo lui può vedere…
Come è evidente già da questo veloce riassunto, Il lupo è un libro senza una vera e propria trama, con un inizio e una fine: con la sua scrittura precisa e profonda e le bellissime illustrazioni di Regina Kehn, è come se prendesse quasi a caso alcuni giorni dell’esistenza di un adolescente come tanti altri, e decidesse di raccontarceli. Con ironia e serietà, senza risparmiarci li momenti di tristezza, i piccoli gesti vili (come il distogliere gli occhi davanti a piccoli e grandi soprusi), il sentirsi fuori posto - ma sapendo che anche in mezzo alla tristezza la vita va avanti, ci sono momenti buoni, persone che si/ci salvano. Insomma, normalissima vita.
Lo consiglio a chi ama i campi estivi, e a chi li odia, e a chi non ci è mai stato. A chi si è sentito almeno qualche volta un po’ incompreso, ma ha deciso di non darci troppa importanza, a chi ha paura di affrontare i problemi ma alla fine li affronta lo stesso (perchè ci tocca).
Lo consiglio anche gli adulti che hanno a che fare con i ragazzi (i ritratti degli adulti che si occupano - più o meno bene - dei ragazzi, sono tutto fuorché convenzionali e benevoli, ma allo stesso tempo azzeccatissimi). Una lettura estiva che lascia un po’ spiazzati e un po’ no, e sguscia via ogni volta che si tenta di classificarla e incasellarla.

Il lupo
Saša Stanišić
Iperborea, 2024

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Ragazzi, estate, amicizia

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