Ma ti ricordi il futuro? Che storia! Aveva un avvenire il futuro. Duro e puro. Anzi, impuro al massimo. Futurava, affastellava pianeti, progetti, si celava cheto, dietro le siepi.

Mauro Massarenti della biblioteca di Castel Maggiore consiglia i due saggi musicali Italian futuribili: il pop nostrano che ci ha visto lungo di Demented Burrocacao e Pop life 1982-1986: i cinque anni d'oro della musica Luca De Gennaro

“Pop” aggettivo inglese, accorciamento di popular «popolare». Il vocabolario dà questa definizione: detto di produzioni e manifestazioni artistico-culturali di vario tipo che hanno avuto una diffusione di massa a partire dagli anni ’60 del Novecento: la musica che, nata in Europa negli anni ’50 del Novecento e diffusa poi negli Stati Uniti, ha rotto gli schemi della canzone melodica tradizionale, dando grande importanza al ritmo, accogliendo motivi ispirati al folclore e alla tradizione musicale americana, elementi del jazz, del rhythm and blues, del rock, e imponendosi come espressione del mondo giovanile; una canzone, un cantante, un gruppo pop; un disco pop; una pop star.


Due godibilissime pubblicazioni di quest’anno pongono uno sguardo nostalgico sull’evoluzione della musica pop a cavallo tra gli anni ’70 e ’80 del secolo scorso.

In Pop Life 1982-1986. I cinque anni d’oro della musica uscito per Rizzoli Lizard si torna nel 1982, anno in cui, tra post punk new wave rap metal dance, comincia un periodo straordinario per la musica, guidato da due eventi che cambiano radicalmente lo scenario musicale internazionale.
È appena nata MTV e gli americani imparano a conoscere il linguaggio del videoclip. Il nuovo canale si fa strada tra i più giovani e in pochi mesi diventa un fenomeno planetario (in Italia arriverà solamente nel 1995 ma nell’ ‘84 nascerà comunque il canale parallelo Videomusic).
A ottobre ’82 danno il loro contributo alla rivoluzione tecnologica i compact disc o cd, che fanno il loro esordio sul mercato, soppiantando audiocassette e vinili.
Un mese dopo, all’incrocio di queste due incredibili innovazioni, esce un disco fondamentale per la storia del pop, “Thriller” di Michael Jackson (ancora oggi l’album più venduto al mondo), che con i suoi video rivoluziona il rapporto tra musica e immagine. Nascono le nuove superstar della video-era: Prince, Madonna, Duran Duran, Whitney Houston, e negli stessi anni tornano in classifica con album best seller artisti che sembravano aver raggiunto il massimo negli anni Settanta, da Bruce Springsteen a Peter Gabriel, da David Bowie a Tina Turner. I concerti diventano show visivi, dai club conquistano gli stadi e poi il mondo intero con l’evento globale del Live Aid.
Tra il 1982 e il 1986 il pop ha cambiato pelle e Luca de Gennaro, D.J., giornalista, ora conduttore di Radio Capital, che di questa rivoluzione è stato testimone diretto, la racconta in un libro che non è solo uno scrigno pieno di informazioni e curiosità, ma anche il racconto personale e coinvolgente di una vita dedicata alla musica.

Un tuffo emotivo nel passato ce lo regala anche Italian futuribili. Il pop nostrano che ci ha visto lungo edito da Minimum Fax, che analizza la scena musicale leggera italiana, accusata, spesso a ragione, di non riuscirsi a staccare nettamente dalla tradizione, dal bel canto, dal discorso orecchiabile e commerciabile. Eppure in certi anfratti del pop nostrano qualcosa è accaduto: microrivoluzioni ad opera di audaci che tentavano di districarsi dalla stretta delle proprie radici, provando nuove strade a proprio rischio e pericolo, accollandosi il fallimento degli esperimenti di laboratorio. Al Bano e Romina, Scialpi, Cicciolina, Matia Bazar, Giuni Russo, Battiato, Rettore, Krisma, Nada, Ivan Cattaneo, Maria Sole, Edoardo Bennato, Pupo, Pappalardo... Sfruttando le novità tecnologiche della musica elettronica hanno tentato di percorrere una terza via fra tentazioni neomelodiche e manierismo cantautoriale.
Troppo avanti per l’epoca, questi sono solo alcuni degli insospettabili artisti raccontati da Stefano Di Trapani, giornalista musicale e musicista lui stesso, meglio conosciuto come Demented Burrocacao. Questi eroi disobbedienti (o forse schiavi liberati) dell'industria musicale sono diventati per un breve o lungo periodo, sciamani, veggenti, esploratori dello spazio-tempo, e hanno trasformato le radio pagate profumatamente dalle multinazionali discografiche in un paradossale veicolo di insurrezione.

Per esaltati musicofili e/o incorreggibili curiosi, due appassionanti letture… Back to the future


Italian futuribili: il pop nostrano che ci ha visto lungo
Demented Burrocacao
Minimum fax, 2022

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Pop life 1982-1986: i cinque anni d'oro della musica
Luca De Gennaro
Rizzoli, 2022

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Saggi, Musica Pop, Anni ‘80

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