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Mercoledì 15 gennaio alle ore 21:00 presso la biblioteca di San Giorgio di Piano Storie di guelfi e di ghibellini (ed. Pendragon) con l'autore Roberto Colombari.
Il Medioevo evoca comunemente immagini a tinte fosche, notti eterne, inverni senza fine e spelonche appena rischiarate da fuochi minacciosi, troppo sinistri per non trasformarsi in roghi purificatori. Il Medioevo di questo romanzo è una dimensione completamente diversa: è il Duecento al massimo del suo splendore, un tripudio di battaglie, tornei, intrighi, cerimonie, sacrifici, tradimenti ed eroismi. È in questo teatro vivace e pulsante che il protagonista del romanzo Giovanni Corforati, cavaliere bolognese, insegue «quell'enorme segreto capace di far tremare il più antico dei troni», incrociando la vicenda dei più celebri personaggi del tempo.
Mercoledì 5 febbraio alle ore 21:00 Gli uomini pesce (ed. Einaudi). L'autore Wu Ming 1 dialogherà con il gruppo di lettura dei Lettori Erranti con libera discussione e libero spoiler con letture di Marco Manfredi.
"È l’estate del 2022, il Po non è mai stato così basso. La morte di Ilario Nevi, partigiano, artista, intellettuale ferrarese di fama nazionale, scoperchia un segreto mantenuto per quasi cent’anni, attraverso le tragedie del Novecento e gli sconvolgimenti del nuovo millennio. Un segreto che ne nasconde altri, incastonati nel passato e annidati nel futuro, e ogni rivelazione è in realtà un nuovo enigma."
Mercoledì 12 febbraio alle ore 21:00 Viaggi di una fifona con l'autrice Alberta Barbieri.
L'indistruttibile e ubiqua fifona vede oltre il filtro delle agenzie turistiche finendo per mostrare come ogni viaggio nasconda anche un'Odissea. Mille avventure, che nelle premesse sono quelle di una "normale" turista, la catapultano nel cuore delle sue paure e del suo desiderio di esplorare e conoscere il mondo e le persone nonostante tutto.
Nell'occasione verrà presentato il progetto Racconti di viaggio in biblioteca.
Martedì 25 febbraio alle ore 21:00 in biblioteca
Non chiamatelo raptus, presentazione del libro di Anarkikka.
Uomini che uccidono donne, uomini incapaci di elaborare i propri fallimenti, uomini che agiscono violenze piccole e grandi in virtù di una presunta superiorità che li assolve. Siamo stanch*? Sì. Possiamo farcela? Sì, ma sarà un processo lungo e laborioso.
Perché il cambiamento passa per l’educazione: insegnare il rispetto e una sana affettività è la sola strada percorribile. A cominciare dai bambini e dalle bambine, dalle giovani generazioni, nelle scuole e fuori dalle scuole, per le strade, in casa, in tutti i luoghi di comunità.
Ne va della vita delle nostre figlie, delle nostre nipoti, delle nostre sorelle, delle nostre amiche, delle nostre colleghe. E anche dei nostri figli. Perché ogni femminicidio, oltre a essere una tragedia per la vittima e per la sua famiglia, è una sconfitta della società e dello Stato.