Tutto iniziò da una pagina, lucente e ammaliante. Iniziò con una madre che lavorava
nei campi e una bambina, di nome Gyo, che disegnava una figura,
Era il 1913 e Gyo aveva cinque anni.

Elisabetta Franceschini della biblioteca di Castel Maggiore consiglia Da una pagina bianca di Kio Maclear, illustrazioni di Julie Morstad

Inizia così questo splendido albo biografico, racconto raffinato della storia dell’autrice e illustratrice nippo-americana Gyo Fujikawa (1908-1998), che ha vinto il Boston Globe-Horn Book Award per la Non fiction nel 2020.

Gyo nasce a Berkeley in California dalla prima generazione di immigrati giapponesi americani. Sua madre Yu poetessa e attivista e suo padre Hikozo si guadagnano da vivere come lavoratori agricoli migranti nella viticoltura.

Gyo, è una bambina che ama disegnare, e ogni sua giornata inizia “con una pagina bianca e vuota che riempiva di figure”, passione alimentata dai tanti stimoli che l’ambiente familiare le offre.

Gyo a scuola, una scuola di quasi soli bianchi, si sente invisibile.
Finalmente, il trasferimento a San Pedro, dove tra la nutrita comunità di giapponesi migranti,
Gyo, si sente libera. L’ambiente scolastico è però identico al precedente, ma alcune insegnanti scoprono il suo talento e l’aiutano a trovare il denaro per pagarle gli studi.
A Los Angeles, Gyo frequenta la scuola d’arte, lavora alacremente e la sua fame di conoscenza la porterà in Giappone per imparare la pittura tradizionale giapponese.
Torna in America e comincia a guadagnarsi da vivere, dipingendo murales e illustrando riviste. Nel 1941 si trasferisce a New York dove inizia a lavorare temporaneamente come designer di libri alla Walt Disney.
Scoppia la guerra tra America e Giappone e tutti gli immigrati Giapponesi, sono costretti a rinunciare a tutti i beni e rinchiusi in un campo di prigionia “A Gyo si spezzò il cuore”.

E’ in questo clima di conflittualità sociale e razziale che Gyo, conquista una maggiore consapevolezza di se stessa. inizia a lavorare al suo primo libro, dove bambini di ogni colore si mescolano nelle tavole del libro. Inizialmente gli editori si rifiutano di pubblicarlo, ma Gyo non demorde e finalmente nel 1963 pubblica Babies, dove nessun bambino è invisibile, lontano da ogni stereotipo rappresentativo dell’infanzia.

Le artiste, autrici dell’albo, restituiscono la storia di Gyo nel totale rispetto dello stile limpido, del senso della composizione e della dettagliata delicatezza del lavoro di Gyo Fujikawa.
Nell'illustrazione a doppia pagina, il testo danza con le immagini in un equilibrio eloquente, i delicati colori pastello si alternano al bianco e nero di segno grafico leggero, riservato ai momenti più complessi della vita di Gyo.
E’ una voce poetica che si alza: tutte le bambine e i bambini, al di là del sesso, del colore della pelle e del ceto sociale di appartenenza devono e possono diventare ciò che desiderano.

“Accogliendo i bambini dagli angoli, dai lati, dalle ombre, Gyo lasciò che ognuno trovasse il proprio posto. Femmine e maschi, liberati dal rosa e dal blu, condividevano scherzi, gioie, piccoli incidenti e lividi.
Sparsi in tutta la pagina lucente,pronti per un mondo più grande e migliore.”

Un albo perfetto da leggere dai 5 ai 99 anni

Da una pagina bianca
Kio Maclear, illustrazioni di Julie Morstad
KiraKira, 2021

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Bambini, Integrazione, Crescita personale, illustratrici

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