Era stato l’uomo che lavorava ad Archivi a iniziare tutto, lui che non sapeva niente,
con quel modo di fare compassato, imbronciato, lui che si sentiva superiore a tutto e a tutti, un emblema del vecchiopensiero.
(…) I suoi occhi si posarono sulla fusciacca rossa della Lega Giovanile Antisesso che lei portava in vita, poi saettarono via, come se avesse preso la scossa. Julia aveva capito che quel poveretto aveva paura di lei. Era convinto che lo avrebbe segnalato per un sessocrimine...

Mauro della biblioteca di Castel Maggiore consiglia Julia di Sandra Newman.

Sandra Newman – tra le più originali scrittrici statunitensi contemporanee, già pubblicata anche in Italia – riscrive il famosissimo 1984 di George Orwell, romanzo del 1948 “arciultracitato” (per usare la neolingua orwelliana) anche oggi, in cui Il Grande Fratello, attraverso i pochi membri più elevati del suo Partito, esercita un controllo totalitario e totalizzante sulla popolazione: sui loro pensieri e stili di vita, sulla sfera intima e addirittura sul linguaggio da utilizzare, censurando vocaboli, creando neologismi, rimaneggiando ogni classico della letteratura; cancellando, in definitiva, la memoria storica e culturale delle giovani generazioni.

In questa realtà distopica e angosciante, va in scena la relazione sentimentale illegale tra Winston Smith e Julia Worthing, due appartenenti alle sezioni governative che, pur lavorando per il Partito, sono dei semplici sottoposti (appena più in alto dei “Prolet”, che si arrangiano a sopravvivere nelle strade dissestate e bucate dalle bombe di una perenne guerra).

Sandra Newman va brillantemente oltre Orwell, ricostruendo e arricchendo il classico originale con l’inserimento ex novo della prospettiva di Julia, che in Orwell restava poco approfondita e strumentale alla storia del personaggio maschile Winston. Questa nuova ricchezza narrativa, tutta al femminile – toccando temi quali maternità, fecondazione in vitro, aborto – e la contemporaneità della figura femminista della protagonista, donano al romanzo una profondità e una complessità quanto mai attuali.

L’autrice offre inoltre un nuovo finale all’opera orwelliana, recuperando (finalmente!) la memoria del passato cancellato dalla dittatura, e quindi la possibilità di resistere ad essa, creando la speranza in un nuovo mondo libero. Senza però tralasciare il monito eterno del Gattopardo di Tomasi di Lampedusa sul pericolo che tutto rimanga uguale a se stesso.

Julia
Sandra Newman

Ponte alle Grazie, 2024

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Narrativa, distopia

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